Arcidiocesi
di Ferrara-Comacchio

 
 

PAGINA INTERNA

Comunicati stampa

COMUNICATO STAMPA
Ferrara 12 febbraio 2024

SABATO 23 MARZO RIAPRE LA CATTEDRALE
Processione e S. Messa Solenne alle ore 17.30 presiedute dall'Arcivescovo


S. E. Mons. Gian Carlo Perego, in unione con il Capitolo della Cattedrale, annuncia che alle ore 17.30 di sabato 23 marzo, con la Processione delle Palme e la S. Messa nella Domenica della Passione del Signore, verrà solennemente riaperta la Cattedrale di Ferrara.
Tutta la cittadinanza è invitata.

Sarà convocata quanto prima una Conferenza Stampa per illustrare il significato e il programma dell'evento.

 

 

COMUNICATO
Ferrara 16 gennaio 2023

Ecco la “Reggia del Vescovo”


Se qualcuno non se ne fosse accorto, il Palazzo Arcivescovile non solo non è una reggia ma, da alcuni anni, è un cantiere in restauro per i lavori di messa in sicurezza a motivo dei danni da terremoto, come scritto con estrema chiarezza nel cartello allo scalone d’ingresso. Magari se ne poteva accorgere da tempo almeno chi dovrebbe frequentare la Reggia di fronte…
Comunque sia, la Casa del Vescovo è la Diocesi, e la Caritas è il luogo in cui il Vescovo offre la “sua casa” a coloro che bussano. Di seguito una sintetica presentazione della “sua casa”, per chi vorrà leggerla senza pregiudizi, faziosità, odio sociale, interessi elettorali.

L’impegno della Caritas diocesana di Ferrara-Comacchio a sostegno dei più bisognosi avviene attraverso la promozione di servizi di assistenza e accoglienza nei quali l’attenzione ai bisogni materiali dei poveri si associa sempre alla cura delle relazioni, in una dimensione di comunità che coinvolge la Chiesa locale e la società civile, per educare alla solidarietà e costruire insieme una città più giusta e accogliente.
Nell’azione sociale delle Caritas assume una rilevanza fondamentale la partecipazione, personale e diretta, alle opere di Carità. I servizi della Caritas sono la casa comune in cui chiunque può mettersi all’opera e accettare la provocazione: aiuta i poveri tu, a casa tua, creando una dimensione nostra di quotidianità e prossimità, in cui la carità diventa agibile in modo semplice e concreto.
Nell’anno 2023, ha assistito complessivamente 1842 beneficiari tramite il servizio di distribuzione alimenti (pacco mensile) per un totale di 613 nuclei famigliari composti, per la maggioranza, da genitori di età relativamente giovane con 3 o più minori a carico. La composizione dei nuclei risulta essere abbastanza eterogenea per nazionalità ed età dei componenti, rimane tuttavia invariato il trend per il quale sono le donne ad assumere il ruolo di capofamiglia. Ben 954 tessere Caritas risultano infatti essere intestate ad una donna. Questo servizio, data la sua non immediata fruibilità, è richiesto per oltre il 90% da nuclei che dispongono di un alloggio, ma non hanno risorse sufficienti per arrivare in autonomia alla fine del mese.
Il servizio di guardaroba sociale si rivolge prevalentemente a persone attualmente senza dimora e/o domiciliate presso uno dei dormitori attivi sul territorio ferrarese. Nel 2023 si sono rivolte al servizio 185 persone, in prevalenza uomini (106) con cittadinanza non italiana. Come già riscontrato per la distribuzione viveri, la fascia di età che maggiormente richiede assistenza risulta essere relativamente giovane: si registra un picco nella fascia di età compresa tra 41 e 50 anni seguita immediatamente dalla fascia 31-40.
Presso il Centro Caritas è attiva anche una mensa sociale ad accesso libero (non è prevista alcuna procedura di identificazione dell’utenza che ne usufruisce) aperta sette giorni su sette, festività comprese, per colazione e per pranzo. La mensa, gestita da squadre di volontari sia per la preparazione che per la distribuzione dei pasti, nel corso del 2023 ha servito complessivamente 9.100 colazioni e 36.400 pranzi.
La Caritas è impegnata in attività di accoglienza diretta in collaborazione con la Prefettura, i Servizi Sociali territoriali e/o pronta accoglienza in emergenza. Attualmente, sia presso la struttura di Casa Betania sia in gruppi appartamento autonomi, sono accolti in totale 200 nuclei (donne sole e/o famiglie mono genitoriali al femminile) e 60 bambini in età 0-8 anni.
In supporto agli accolti, nel progetto di accoglienza, è previsto anche un supporto psicologico, un’assistenza legale, un accompagnamento per la durata del progetto di un’assistente sociale.
Per gli ospiti che necessitano di apprendere la conoscenza della lingua italiana, è attiva una scuola di italiano presso la sede stessa dell’Ente composta da un insegnante e da diversi volontari.
L'ambulatorio medico Caritas, gestito in collaborazione con l’Az. USL di Ferrara, conta ad oggi 15 medici e 3 infermieri che sostengono le diverse attività degli ambulatori medici che sono principalmente concentrate in medicina di base, ginecologia, pediatria, neurologia, ecografia e attività infermieristiche. Tutte le attività svolte presso gli ambulatori si rivolgono prevalentemente a persone senza fissa dimora e/o stranieri impossibilitati ad ottenere assistenza medica. 
A partire dal 2022 la Caritas gestisce l’Emporio presente all’interno della Casa Circondariale di Ferrara e ha continuato tale impegno anche nell’anno 2023 assistendo 188 detenuti (46% italiani, 54% stranieri) per un totale di 2165 accessi. L’Emporio è una risorsa fondamentale per quei detenuti che, in mancanza di risorse economiche proprie e/o di familiari all’esterno che possano prestare loro assistenza, avrebbero un accesso limitato a beni di prima necessità  come abbigliamento, prodotti per la pulizia personale (shampoo, bagnoschiuma e dentifricio) prodotti per  la pulizia degli spazi e alimenti.
Parallelamente all’assistenza all’interno della Casa Circondariale, presso il Centro San Giacomo di via Arginone 165, la Caritas offre accoglienza a detenuti che potrebbero beneficiare di misure alternative alla detenzione, ma che sono sprovvisti di un alloggio proprio nel quale scontare il periodo di detenzione sino a fine pena. Oltre all'accoglienza, per questi detenuti, è prevista l’attivazione di un tirocinio lavorativo di inclusione sociale presso la sede della Caritas per facilitare il loro reinserimento lavorativo  una volta tornati in libertà. 
Presso il centro Caritas sono attive altre modalità di assistenza dedicate sia a chi può o beneficiare di misure alternative alla detenzione (possibilità di svolgere lavori di pubblica utilità o periodi di messa alla prova presso la sede Caritas) sia a chi gode del beneficio di semi-libertà (possibilità di uscire di giorno in orari prestabiliti per svolgere attività presso l’Ente, ma obbligo di rientrare presso la Casa Circondariale al termine di tali attività).
In collaborazione con la Fondazione Fornasini prenderà presto avvio un nuovo progetto: Crescere Insieme. Un progetto dedicato a bambini tra 0 e 6 anni, che ha come finalità quella di favorire lo  sviluppo fisiologico del bambino sostenendo la madre migrante nel suo accudimento e che rappresenta per  noi una sfida ed un investimento per il futuro. Infatti nell’attività dei nostri ambulatori sono stati rilevati elementi di fragilità  delle madri e difficoltà dei bambini in diversi ambiti del loro sviluppo che incidono pesantemente al momento dell’ingresso in ambito scolastico.

 

 

 

 

 

 

 

COMUNICATO STAMPA
Ferrara 13 ottobre 2023

IL 17 OTTOBRE GIORNATA DI DIGIUNO, PREGHIERA
E ASTINENZA PER LA PACE E LA RICONCILIAZIONE

Veglia alle ore 21 nella chiesa di S. Giovanni Evangelista (Quacchio)

La Chiesa di Ferrara-Comacchio accoglie con fede e desidera corrispondere alla decisione della Conferenza Episcopale Italiana di promuovere per il martedì 17 ottobre una Giornata di digiuno, preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione. Vuole fortemente vivere in comunione con i cristiani di Terra Santa, secondo le indicazioni del Cardinale Pierbattista Pizzaballa (Patriarca di Gerusalemme dei Latini), che ha chiesto alle comunità locali di incontrarsi "nella preghiera corale, per consegnare a Dio Padre la nostra sete di pace, di giustizia e di riconciliazione".
In questo momento così tragico per la Terra Santa e per i tanti, troppi popoli del mondo che vivono in guerra, "Non possiamo lasciare - ha affermato il Patriarca - che la morte e i suoi pungiglioni (1Cor 15,55) siano la sola parola da udire. Per questo sentiamo il bisogno di pregare, di rivolgere il nostro cuore a Dio Padre. Solo così potremo attingere la forza e la serenità di vivere questo tempo, rivolgendoci a Lui, nella preghiera di intercessione, di implorazione, e anche di grido".
Siamo tutti invitati a vivere l’Adorazione Eucaristica per la pace in Terra Santa martedì 17 ottobre alle ore 21 presso la chiesa di S. Giovanni Evangelista a Quacchio (via Briosi 61). La Veglia sarà anche trasmessa in streaming sul canale YouTube UCS Ferrara-Comacchio.

Suggerimento per la S. Messa di domenica 15 ottobre
In tutte le Celebrazioni Eucaristiche, può essere adottata la seguente intenzione: «Ora, Signore, aiutaci Tu! Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace, guidaci Tu verso la pace» (Papa Francesco).


con preghiera di cortese diffusione

 

 

 

 

 

 

COMUNICATO STAMPA

Ferrara 02 novembre 2022

Anche a Ferrara contributi del progetto Migrantes ‘Diffusamente’ sull’accoglienza degli Ucraini

La Fondazione Migrantes in collaborazione con l’ACRI (l’Associazione delle Fondazioni delle Casse di Risparmio in Italia) ha realizzato il progetto ‘Diffusamente’ riguardante l’accoglienza nelle parrocchie e nelle famiglie di persone e famiglie ucraine fuggite dalla guerra nel corso del 2022.
Il progetto ha sostenuto l’accoglienza di 1100 persone ucraine - 589 adulti e 481 minori, 311 famiglie - fuori dai circuiti istituzionali (Prefettura, Protezione civile, Comuni…), in 18 province italiane. L’ACRI ha messo a disposizione la somma di 100.000 euro, integrati da un contributo della Fondazione Migrantes. Nell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio hanno ricevuto un contributo cinque parrocchie: Mesola (1500 euro), Vigarano Mainarda (1500 euro), Gavello (3000 euro), la Comunità ucraina (3000 euro), Bondeno (4000 euro).
Il progetto ‘Diffusamente’ sarà presentato al Festival dell’Immigrazione a Modena il 23 novembre, in un convegno con la partecipazione del dott. Francesco Profumo, Presidente ACRI, di S. E. Mons. Gian Carlo Perego, Presidente della Fondazione Migrantes della CEI, Don Marco Jaroslav Semehen – Rettore della Basilica di S. Sofia in Roma e Direttore Migrantes Esarcato Apostolico degli Ucraini in Italia.

Con preghiera di cortese diffusione

 

 

 

 

 

COMUNICATO STAMPA
Ferrara 22 marzo 2022

Delegazione dell’Arcidiocesi raccoglie un gruppo di profughi ucraini ai confini della Polonia
e li porta a Ferrara. Le difficoltà del viaggio per la paura di donne
e minori di essere vittime di tratta.
Ora una nuova vita nella Casa di riposo per anziani di Serravalle

Dall’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio una delegazione composta da Don Giacomo Granzotto, Don Marco Polmonari, don Andrea Capretti, Natalia - una signora ucraina che ha funto da interprete, dipendente della Casa protetta per anziani di Serravalle – e accompagnati da Donato, co-autista che si è speso tra mille difficoltà lungo i chilometri che separano il nostro Paese dalla guerra, in questi giorni si è recata in missione in Polonia per portare in Italia profughi dall’Ucraina e accoglierli in strutture e case appartenenti all’Arcidiocesi. La finalità del viaggio in pullman fino al confine con il territorio invaso, era di raccogliere 53 persone in fuga dalle atrocità del conflitto con la Russia e contemporaneamente di distribuire generi di prima necessità, medicinali e vestiti offerti dalla comunità di Codigoro. Purtroppo, in queste settimane, la sparizione di donne e bambini e il moltiplicarsi di notizie che attestano il loro rapimento ad opera di sciacalli sotto le false spoglie di soccorritori provenienti da altri paesi europei, ha spinto le autorità polacche a bloccare i pullman, tra cui quello inviato dall’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio, e a ricomporre le liste di coloro che sono disposti a lasciare il Paese. Molte donne con i loro bambini, impaurite dall’eventualità di finire nelle mani di trafficanti di organi o nel racket della prostituzione, hanno così preferito restare ferme al confine tra Polonia e Ucraina, nella convinzione di rientrare immediatamente nelle loro città di origine al termine del conflitto. A Ferrara, anche grazie all’aiuto di una rete di persone polacche e all’impegno di un professore universitario di Roma, la delegazione dell’Arcidiocesi è riuscita comunque a portare un gruppo di dieci persone, tra cui una famiglia con due adolescenti (di cui uno affetto da patologia cognitiva) e una nonna con i suoi nipoti, che sono stati tutti accolti con gioia nella Casa protetta per anziani di Serravalle. Una mamma in fuga con la sua piccolina sono invece ospiti della signora Natalia, che ha spalancato per loro le porte della sua casa. La comunità di Serravalle insieme al parroco don Andrea Masini e al Comune, si occuperà in tutto e per tutto dei profughi arrivati in paese. In queste settimane continua incessante l’opera della Caritas diocesana per soccorrere e accogliere i profughi che stanno arrivando a Ferrara.
Per supportare questo impegno costante e gravoso in favore dei più deboli, il numero di conto corrente è IT15E0538713005000002957007 intestato a Caritas diocesana di Ferrara-Comacchio. La causale del versamento è “Emergenza Ucraina”.

 

 

 

 

COMUNICATO STAMPA

DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DELL’EMILIA-ROMAGNA

La CEER: pregare per la pace in Ucraina e accogliere i profughi

I Vescovi della Ceer, Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna, come espresso nella riunione a Bologna il 7 marzo, presieduta da S. E. Card. Matteo Zuppi Arcivescovo di Bologna, partecipano «al dolore del popolo ucraino causato da una guerra che sta distruggendo città e paesi, con un numero crescente di morti, di feriti e di profughi».
La Ceer, aderendo all’appello di Papa Francesco a tutti i fedeli per innalzare una corale e continua preghiera per la pace, anche in comunione con le altre Chiese, invita «le Unità Pastorali, le parrocchie, le comunità religiose, le famiglie a gesti concreti di solidarietà nei confronti del popolo ucraino e dei Paesi confinanti verso cui si dirigono i profughi. Invita, inoltre, a favorire ogni azione, coordinata dalle Caritas diocesane dell’Emilia-Romagna in dialogo con i cappellani delle comunità greco-cattoliche ucraine, a favore dei profughi, il cui numero cresce sempre più, di giorno in giorno: dalla raccolta fondi alla disponibilità di appartamenti o all’accoglienza in strutture e in famiglie, con una particolare attenzione alle donne, alle madri con i loro figli».
I Vescovi della Ceer esortano, quindi, a un’accoglienza «ordinata e puntuale: seguendo le indicazioni delle istituzioni e a un particolare sostegno alle persone, soprattutto donne, e famiglie ucraine – oltre 33.000 – che vivono nella nostra regione, preoccupate e angosciate per i propri cari». E raccomandano le indicazioni prescritte e ricordano in merito che va data comunicazione entro 48 ore alla Questura dei nomi delle persone accolte, poi l’invio dei profughi alle strutture sanitarie dell’ASSL per il tampone e le vaccinazioni, e, subito dopo l’entrata in vigore del permesso di protezione temporanea, l’inizio delle procedure per regolarizzare la presenza e la tutela.
La Ceer, inoltre, informa che le Caritas diocesane dell’Emilia-Romagna rafforzeranno anche una relazione particolare con il Convento San Francesco a Sighet in Romania, che sta accogliendo numerosi profughi in fuga dall’Ucraina. E a questo scopo, nei prossimi giorni partiranno tre operatori della Caritas di Reggio Emilia per supportare il Convento nel lavoro di accoglienza. I Vescovi dell’Emilia-Romagna rinnovano la preghiera per la pace in Ucraina e l’appello ad accogliere i profughi e sottolineano che «preghiera e accoglienza camminano insieme e rafforzano la comune invocazione di pace che sale dalle chiese e dalle città perché cessi questa nuova, inutile strage»

Scarica il comunicato stampa in pdf

 

 

 

 

Precisazioni riguardo alla Parrocchia Personale di S. Chiara Vergine


In merito ad alcune notizie apparse nei giorni scorsi sui media locali, si precisa quanto segue:
1) la 'Fraternità Sacerdotale S. Pio X' (lefebvriani) non ha nulla a che fare con la parrocchia di Santa Chiara, che è parrocchia personale dell'Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio e non 'altra sede' della comunità lefebvriana.
2) A S. Chiara si celebra la S. Messa in Rito Antico (latino) secondo il motu proprio 'Summorum Pontificum' di papa Benedetto XVI (già celebrata in Diocesi dall'anno 2008). In tale chiesa peraltro operano i membri del movimento di 'Comunione e Liberazione' ed è frequentata dai molti fedeli devoti alla Serva di Dio Suor Veronica del SS.mo Sacramento: tutti sacerdoti e fedeli in piena comunione con la Chiesa Cattolica e in regolare posizione canonica.
3) Circa la delega generale della facoltà di assistere ai matrimoni dei fedeli che seguono l’attività pastorale della Fraternità San Pio X, si ricorda che il riferimento è ad un documento di Papa Francesco (e non ad una disposizione dell'Arcivescovo Perego) rivolto a tutte le Conferenze Episcopali del mondo, che dà indicazioni sul modo di procedere per la regolarizzazione della forma canonica dei matrimoni dei membri di detta comunità. Da quando si celebra in Diocesi con il rito antico, tale eventualità, peraltro, non si è mai verificata.
Per ulteriori chiarimenti basta leggere la pag. 6 del Settimanale Diocesano “la Voce di Ferrara-Comacchio di venerdì 18 giugno 2021.

Scarica la Nota in pdf.

 

 

 

Gent.mi, inoltriamo un comunicato stampa relativo alla scomparsa di don Mauro Benazzi, parroco di Jolanda e Le Contane, avvenuta stasera, 11 febbraio.
Grazie
Ufficio Stampa Arcidiocesi Ferrara-Comacchio

Comunicato 11 febbraio 2021
Don Mauro Benazzi è tornato alla Casa del Padre

S. Ecc.za Mons. Gian Carlo Perego unitamente ai sacerdoti e alla Diocesi di Ferrara-Comacchio, annuncia che questa sera è deceduto all'Ospedale S. Anna di Cona, don Mauro Benazzi, parroco di Iolanda di Savoia e Le Contane dal 2018.
L'Arcivescovo è vicino ai famigliari del sacerdote e invita alla preghiera l'intera Diocesi.
Don Mauro era nato a Codigoro l'11 maggio del 1955 ed era stato ordinato sacerdote a Ferrara il 20 giugno 1981.
Prima che a Iolanda, don Mauro aveva svolto il suo Ministero a Sabbioncello San Pietro e Viconovo (2013 ), Massenzatica (2007-2009), Torbiera, Mezzogoro (2003-2013), Volano, Pomposa, Vaccolino (1994-2000), Saletta (1989-1994), Gorino (1984-1989), Campolungo (1981-1984).
La data delle esequie verrà comunicata al più presto.

Con preghiera di cortese diffusione

 

 

 

Comunicato del 10 febbraio 2021
In merito al sacerdote della Diocesi di Piazza Armerina ospite a Ferrara

In relazione al sacerdote della Diocesi di Piazza Armerina attualmente ospitato a Ferrara, si precisa che tale presenza è stata attentamente concordata con il suo Vescovo, e che al momento della sua venuta nel 2019 non esisteva alcun impedimento canonico, affinché potesse completare alla Facoltà teologica di Padova il curriculum universitario. Durante il periodo trascorso in Arcidiocesi non è accaduto nulla che facesse dubitare della sua condotta sacerdotale, anzi se ne è riscontrata la grande disponibilità e il diffuso apprezzamento tra coloro che lo hanno conosciuto. Per tali ragioni l’attuale indagine ha destato sorpresa e sgomento. Nonostante ciò, l’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio ha subito provveduto a porre in atto le misure richieste in tale situazione, e si è prontamente messa a disposizione della giustizia italiana e di quella ecclesiastica, fiduciosa che l’indagine possa fare piena luce sulla vicenda, attraverso l’accertamento della verità, frutto di un cammino di ricerca autentica e della valutazione imparziale dei fatti.



 

 

 

Comunicato Stampa
sulla lettera giunta al Meis
L'Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio esprime tutta la sua vicinanza al Meis per la vergognosa missiva di insulti e minacce giunta in questi giorni, intollerabile espressione di sottocultura votata all'odio verso un popolo e la sua religione. Si augura che le autorità investigative facciano al più presto luce su questa preoccupante vicenda.

Ferrara 9 gennaio 2021

Ufficio stampa diocesano

 

 

 

Fedeltà al Magistero Sociale della chiesa e non alla politica

Non è la prima volta che gli amministratori e i politici leggono come 'pregiudizio politico' e ‘illazioni’ un intervento fondato sulle parole del Magistero Sociale della Chiesa e sul Diritto Costituzionale di ogni famiglia ad avere una casa. La 'residenza storica', come principio dirimente, non può essere in grado - da sola - di tutelare il diritto ad avere una casa e un alloggio, come si è già pronunciata la Corte Costituzionale (sentenza n. 44 del 9.3.2020 ), anche se non tutte le Regioni si sono già adeguate a questo dettato. Lo stesso vale anche per altre condizioni - come ad esempio non avere un alloggio in patria (il bando intende forse una capanna..?) - che oltre ad essere impossibili da dimostrare, sarebbero deleterie sia per tutelare i nostri emigranti all'estero che per garantire il diritto di ritornare nel proprio Paese. In ordine all'approvazione di questo bando forse sarebbe stato utile dialogare con tutte le parti sociali, come del resto prevede la legislazione (legge 328 del 2000). Già un precedente ricorso sull'esclusione dai bonus di alcune famiglie non residenti o migranti ha visto la condanna dell'Amministrazione comunale da parte del Tribunale di Ferrara, insieme a un solo altro Comune dei circa 8000 comuni italiani (Bonate Sopra): non vorremmo che ancora una volta la nostra città assurgesse agli onori della cronaca per un'altra condanna di incostituzionalità nell'azione amministrativa. Infine, in riferimento ai parroci, si ritiene che il Vescovo li conosca di più del Sindaco, perché li incontra costantemente. Non si entra nel merito di chi votano, perché il voto è libero, ma si conosce la loro fedeltà, senza pregiudizi, al Magistero sociale della Chiesa e alla cura di ogni persona e famiglia che chiede casa, lavoro e dignità.

5 gennaio 2021

 

 

 

Bando case popolari a Ferrara: soddisfazione e preoccupazione

La Chiesa di Ferrara-Comacchio, che in diversi modi è attenta al problema della casa, esprime la propria soddisfazione per il fatto che 157 famiglie abbiano ottenuto una casa. La speranza è che nessuna famiglia che ne aveva diritto sia stata esclusa per ragioni di razza e nazionalità. Se fosse così il nuovo bando non aiuta a costruire la città di domani che non potrà che vedere convivere persone di diversa provenienza, con nuove risorse ed esprienze di cui ha bisogno il futuro di una città diversamente destinata a morire più che ad attrarre nuove persone e famiglie.
L'anno della famiglia indetto da Papa Francesco per il 2021 sarà l'occasione per la nostra Chiesa anche per riflettere sul tema della casa. Un tema importante per chi vive nel nostro territorio ma anche per chi arriva per motivi di lavoro, di studio, o per ricongiungimento familiare nel nostro territorio ferrarese.

Ferrara 4 gennaio 2021

 

 

 

Esito dello screening sierologico sul clero e i religiosi e religiose dell'Arcidiocesi

Aggiornamento 7 luglio 2020
Tutti i sacerdoti che si sono sottoposti al tampone sono risultati negativi, compreso l'esito sierologico che è stato approfondito.

Comunicato 6 luglio 2020

A seguito dello screening sierologico gentilmente offerto dalla Regione Emilia Romagna, attraverso la Ausl di Ferrara, volto ad accertare il contatto con il Covid 19, i sacerdoti dell'Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio insieme ai religiosi e alle religiose, nei giorni 1 e 2 luglio, si sono sottoposti al prelievo nelle sedi preposte.
Ad eccezione di un solo caso già isolato e subito sottoposto ad ulteriori verifiche, tra la popolazione dei sacerdoti, religiosi e religiose non sono stati accertati casi di positività al virus.
L'Arcidiocesi ringrazia la Regione Emilia Romagna e l'Ausl locale per questa opportunità che ha permesso di garantire l'attività del clero diocesano e dei religiosi e religiose sul territorio e nei vari ambiti in modo assolutamente sicuro e sereno.

Con preghiera di cortese diffusione

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Basta guanti alla Comunione
Nuove disposizioni per la distribuzione dell'Eucaristia e le mascherine agli sposi
Comunicato 26 giugno 2020
Dal Ministero dell'Interno nuove disposizioni. Cessa l'obbligo dei guanti per la distribuzione della Comunione e delle mascherine per gli sposi nella celebrazione del matrimonio.
Scarica il pdf allegato.

 

 

10 giugno 2020
Comunicato congiunto Arcidiocesi - Comune di Ferrara

EMERGENZA CORONAVIRUS, ATTIVITÀ ESTIVE PER BAMBINI E RAGAZZI
È stato firmato oggi, in Palazzo Arcivescovile dall’Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e dall’Assessore alle politiche sociali del Comune di Ferrara, il Protocollo per le Attività Oratoriali Estive delle Parrocchie per contenere il contagio da Covid 19. Si tratta di un evento di particolare rilievo, che va compreso a partire dal presupposto che les Parrocchie, come enti di religione e di culto (in forza della legge 206/2003 art.1) attivano percorsi educativi per i ragazzi e gli adolescenti durante tutto l’anno, comprese le attività estive (di solito chiamate ‘Grest’) che sono in continuità con la proposta educativa globale. Per tale ragione le Parrocchie non sono affatto tenute a chiedere autorizzazioni per le loro attività (a meno che non intendano rientrare nella normativa e nei vantaggi dei cosiddetti ‘Centri Estivi’). Nella situazione particolare di quest’anno, però, l’Arcidiocesi ha voluto concordare con il Comune di Ferrara un Protocollo che garantisse in ogni caso l’adeguamento alle indicazioni sanitarie di contenimento del contagio da Covid 19 per tutte le attività. Con un lavoro di disponibilità reciproca tra l’Assessore alle Politiche sociali Cristina Coletti e il Vicario Generale mons. Massimo Manservigi, si è giunti alla stesura di una sintesi delle Linee guida nazionali del 17 maggio 2020 e di quelle contenute nel Protocollo regionale del 26 maggio 2020, in modo da offrire alle Parrocchie un testo unico di consultazione (quello firmato questa mattina) che contenga tutte le indicazioni necessarie ad organizzare in sicurezza le attività per i ragazzi e gli adolescenti.
“Abbiamo attivato questo percorso in un’ottica di reciproca collaborazione e condividendo un obiettivo comune: dare alle famiglie un servizio di qualità uniforme nelle prestazioni e garantito in tutti gli aspetti sanitari e relativi alla sicurezza. Siamo soddisfatti del risultato ottenuto che ci permette di condividere e monitorare, grazie anche al protocollo sottoscritto in precedenza con il mondo cooperativo,  tutte le attività estive dedicate ai bambini e ai ragazzi delle diverse fasce d’età”.
Tutte le Parrocchie del Comune di Ferrara dovranno dare comunicazione delle loro attività sia al Comune che all’Arcidiocesi, facendosi garanti, insieme alle famiglie, dell’adeguamento ai criteri di sicurezza e alle precauzioni sanitarie.
Al testo del Protocollo è allegata la modulistica per la comunicazione delle attività, l’iscrizione dei ragazzi, la registrazione delle presenze, l’autodichiarazione degli educatori e dei volontari, la comunicazione di utilizzo degli spazi pubblici.
Il Protocollo siglato con il Comune di Ferrara potrà essere un riferimento per la stesura di analoghi protocolli di intesa tra l’Arcidiocesi e gli altri Comuni della Provincia di Ferrara.

 

 

 

6 giugno 2020
Domenica 14 giugno celebrazione della Solennità del Corpus Domini

Domenica 14 giugno ricorre la Solennità del Corpus Domini, momento fondamentale nella vita della Chiesa, giorno in cui, anche attraverso le tradizionali processioni con il Santissimo attraverso le vie della città e dei paesi dell'Arcidiocesi, si ribadisce come l'Eucarestia sia fonte e culmine della vita cristiana.
Quest'anno, in ottemperanza alle disposizioni del Ministero della Salute e della CEI in materia di ripresa della vita liturgica post emergenza Covid, è sospesa la grande processione che ogni anno attraversa Ferrara guidata da S.E. l'Arcivescovo. Questa sospensione è naturalmente estesa anche a tutte quelle che si svolgono tradizionalmente nei borghi e nei paesi della nostra provincia.
Resta la possibilità di dar vita, con il dovuto distanziamento, a piccole processioni all'interno di spazi parrocchiali conclusi come un cortile o un campetto, avendo cura che non si creino mai assembramenti di qualsiasi tipo. Fondamentale in questo, la collaborazione dei fedeli adulti in grado di controllare e far rispettare le regole sanitarie anti contagio da Covid 19.
Laddove non si riesca a garantire questi canoni, l'Arcivescovo sollecita la valorizzazione di alcuni gesti propri della Liturgia in questa Solennità: i parroci possono dar vita ad una piccola processione con il Santissimo all'interno della chiesa, lasciando però i partecipanti alla Celebrazione ciascuno al posto, concludendo poi con un momento di Adorazione Eucaristica e la Benedizione finale; oppure, in alternativa, al termine della S. Messa, è possibile semplicemente lasciare la pisside sull'altare per un momento di Adorazione prima della benedizione finale con il Santissimo.

Scarica qui il testo completo della lettera dell'Arcivescovo con le indicazioni per l celebrazione dei Sacramenti e della Festa del Corpus Domini 2020.

Con preghiera di cortese pubblicazione

 

 

15 maggio 2020

Due appuntamenti importanti:
Domenica 17 maggio S. Messa dell’Arcivescovo al Santuario della Madonna della Galvana (Berra) e lunedì 18 maggio S. Messa dell’Arcivescovo per San Giovanni Paolo II dalla Basilica di S. Maria in Vado


- Il 17 maggio, presso il Santuario della Madonna della Galvana, S. E. Mons. Gian Carlo Perego celebrerà la S. Messa della Sesta domenica di Pasqua. Sul Sito Diocesano dalle ore 9 e su Telestense alle ore 18.
- Lunedì 18 maggio alle ore 18, l’Arcivescovo presiederà in diretta streaming sul Sito Diocesano, la S. Messa per il centenario della nascita di San Giovanni Paolo II (18 maggio 1920, Wadowice, Polonia). Sarà l’occasione per Mons. Perego di celebrare la prima Messa col popolo - dopo l’interruzione a causa del Covid 19 - e per ricordare il dono e la grazia della presenza del Santo Papa nella nostra Chiesa di Ferrara-Comacchio trent’anni fa (22-23 settembre 1990). I sacerdoti dell’Arcidiocesi faranno memoria di S. Giovanni Paolo II nelle celebrazioni eucaristiche dello stesso giorno.

ALCUNE NOTIZIE

Sul Santuario della Galvana
Sulla strada che collega Berra e Serravalle sorge il Santuario della Madonna della Galvana, una chiesetta innalzata negli anni cinquanta e che faceva parte di un progetto architettonico più ampio, mai portato a termine. L’origine del nome si deve all’immagine custodita al suo interno, raffigurante la Sacra Famiglia con San Giovannino, contornata da una fastosa cornice barocca, che fu ritrovata proprio in località Galvana. Si tramanda che più di duecento anni fa, l’immagine sacra, di cui non si conosce l’autore né l’anno di realizzazione, fu ritrovata sopra una pianta di sambuco, a seguito di una piena del Po, proprio nel luogo in cui oggi sorge la chiesa. L’immagine venne inizialmente collocata su un pilastro, quindi in una piccola celletta. Nel 1830 venne costruita una cappella più ampia - quella che possiamo ammirare attualmente - perché il luogo era divenuto meta di pellegrinaggio di un numero sempre maggiore di persone. Il Rettore del Santuario è il Rev.do Don Francesco Pio Morcavallo.

Con preghiera di pubblicazione

 

 

 

COMUNICATO STAMPA
8 maggio 2020

Domenica 10 maggio due appuntamenti importanti:
S. Messa dell’Arcivescovo al Santuario della Vergine del Poggetto (Sant'Egidio) e in streaming, dalla Basilica di San Francesco, per i "Genitori in cammino"

- Il 10 maggio, presso il Santuario della Beata Vergine Annunziata del Poggetto, S. E. Mons. Gian Carlo Perego celebrerà, a porte chiuse, la S. Messa della Quinta domenica di Pasqua.
Sul Sito Diocesano dalle ore 9 e su Telestense alle ore 18.

- Nel pomeriggio alle ore 16, presiederà anche, in diretta streaming sempre sul Sito Diocesano, la S. Messa per l’Associazione "Genitori in cammino" dalla Basilica di San Francesco.

ALCUNE NOTIZIE

Sul Santuario del Poggetto
Nel sec. XII esisteva già in questo luogo, un piccolo oratorio dedicato all'Annunziata, denominato anche S. Maria del Poggio, in quanto situato su una modesta altura. Nel 1319, Uguccione da Galliera gli donò tutti i suoi beni e, in epoca successiva, la chiesa e le sue pertinenze furono assegnate alla parrocchia di Sant' Egidio. L'edificio subì molti restauri fino ad assumere, dal 1894, l'attuale fisionomia in stile gotico-lombardo per lo zelo del canonico mons. Giuseppe Zanardi.

La devozione
L’inizio della devozione in questo Santuario, si rifà alla tradizione dell’antico ritrovamento di un’immagine della Madonna successivamente appesa ad una vigorosa rovere, quando le valli ad occidente di S. Egidio erano frequentemente inondate dal Po di Primaro. La Madonnina, che pare fosse di terracotta, e la rovere ebbero, nel tempo, analoga sorte: la prima si narra sia andata distrutta per un' incendio o un'inondazione; la seconda, recuperata nel 1891 durante la costruzione del coro della piccola chiesa, fu collocata dietro all’altare ma fu definitivamente perduta il 22 aprile 1945, quando alcuni soldati in fuga incendiarono il Santuario e le case vicine.
Il culto di questa Madonna si diffuse sempre più tra le popolazioni circostanti. Lo storico Guarini annota infatti come nel 1621, l’afflusso dei fedeli fosse straordinario, specialmente in Quaresima e in coincidenza con la festa dell’Annunciazione, il 25 marzo. L’attuale immagine della Vergine risale al 1554 e rappresenta la Madonna assisa in trono con Gesù Bambino benedicente.

Con preghiera di pubblicazione

 

 

 

COMUNICATO STAMPA
2 maggio 2020

Domenica 3 maggio, S. Messa dell’Arcivescovo
dal Santuario di S. Maria in Aula Regia a Comacchio
(dalle ore 9 su questo Sito Diocesano e alle 18 su Telestense)

In Diocesi di Ferrara-Comacchio l’inizio del mese di maggio è particolarmente ricco di iniziative, nonostante l’emergenza sanitaria. In questi giorni l’Arcivescovo si è rivolto ai sacerdoti e ai fedeli con una Lettera - reperibile sul Sito Diocesano - sul valore del mese di maggio ricordando gli appuntamenti domenicali ai Santuari Mariani della Diocesi a partire da domenica 3 maggio con la S. Messa da Comacchio, Santuario di S. Maria in Aula Regia, dalle ore 9 sul Sito Diocesano e alle ore 18 su Telestense. Nell’omelia l’Arcivescovo toccherà in particolare il tema delle vocazioni sacerdotali e religiose in quanto Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Le altre iniziative diocesane legate a questa Giornata sono reperibili sul Sito Diocesano cliccando qui.

ALCUNE NOTIZIE
Parrocchia Santuario di S. Maria in Aula Regia
Sono antichissime le origini della Chiesa della Madonna del Popolo, detta di Santa Maria in Aula Regia; la prima notizia sul monastero dell'Aula Regia, o in Auregario, risale ad una investitura enfiteutica del 956, conservata nell' Archivio arcivescovile di Ravenna. Fu prima monastero benedettino e, dal XVI secolo, convento dei Cappuccini. Travolto dalle abolizioni napoleoniche e dalle leggi eversive del 1866, che portarono alla soppressione dei conventi e all'incameramento dei beni ecclesiastici, il complesso divenne proprietà del comune di Comacchio. I frati non lo abbandonarono mai completamente, e solo sul finire del secolo, pur restando la proprietà al Comune, tutto il monastero ritornò sotto la loro cura. Nel dopoguerra, con decreto dell'11 ottobre 1953, del vescovo di Comacchio mons. Natale Mosconi, fu eretta la nuova parrocchia di Santa Maria in Aula Regia, il cui territorio fu stralciato dall'antica parrocchia di S. Cassiano. Attualmente, dopo la partenza dei Cappuccini, è stata affidata ai Frati Francescani dell’Immacolata. L’attuale parroco è Padre Stefano Maria Miotto.

Quarto Centenario
Nel 2020 ricorre il quarto centenario dell’Incoronazione di S. Maria in Aula Regia avvenuta il 31 dicembre 1619 e festeggiata ogni cento anni (1720, 1820, 1920). Dal 1619 Maria in Aula Regia è anche chiamata Madonna del Popolo, alla sua intercessione sono attribuiti 131 miracoli registrati in due antichi manoscritti tra il 1620 e il 1624, provenienti non solo da Comacchio ma anche da zone più lontane in cui si era estesa la fama della Madonna dei Cappuccini.

 

 

 

COMUNICATO STAMPA
29 aprile 2020

Il I Maggio S. Messa dell’Arcivescovo per la Festa dei lavoratori
L’Ufficio diocesano per la Pastorale Sociale, Lavoro, Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato in vista della festa dei lavoratori il prossimo I maggio, nella memoria liturgica di san Giuseppe artigiano, ha organizzato un momento di incontro e di preghiera con una realtà lavorativa operante nel territorio della nostra Diocesi. Quest’anno il luogo previsto per le celebrazioni sarà la “OMI S.N.C.”, fabbrica specializzata nella produzione di parti intercambiali per macchine utensili, situata nella Zona industriale Sipro a S. Giovanni d’Ostellato.
Fondata nel 1975, la “OMI” di Luciano Isipato & C. vanta oltre 40 anni di esperienza nella progettazione e produzione di cilindri pneumatici e relativi accessori.
L’Arcivescovo Mons. Gian Carlo Perego, oltre ad incontrare i dirigenti, avrà modo di salutare gli operai che dallo scorso 11 aprile hanno ripreso a lavorare, secondo il rispetto delle norme governative.
Tenendo presente le limitazioni dovute alla pandemia, verrà poi celebrata la S. Messa, a porte chiuse, all’interno dell’azienda, visibile, attraverso questo sito internet diocesano (www.arcidiocesiferraracomacchio.org), dalle ore 9 del I maggio, e sempre nelle medesima data, sarà trasmessa su Telestense alle ore 18. Presiederà l’Arcivescovo, concelebreranno mons. Massimo Manservigi, Vicario Generale; don Francesco Viali, Direttore Ufficio Pastorale Sociale e Lavoro, e don Luciano Domeneghetti, Parroco di S. Giovanni d’Ostellato.

La vicinanza della Diocesi al mondo del lavoro
Mons. Perego, attraverso questa visita, nel giorno dedicato a tutti i lavoratori, intende manifestare la vicinanza della Diocesi di Ferrara-Comacchio al mondo del lavoro ed in particolare la propria gratitudine a quanti si stanno spendendo in questo tempo, nella sanità, nei servizi e nelle attività essenziali, nel garantire l’ordine pubblico, nella Protezione Civile.
Sono tanti i punti interrogativi che affollano l’ambito lavorativo, le preoccupazioni per la crisi economica non mancano; per questo si ricorderanno quanti hanno ripreso l’esercizio della professione e chi ancora è costretto a rimanere fermo con le proprie attività; gli imprenditori, le piccole e medie industrie che costellano il nostro territorio ferrarese-comacchiese, il settore turistico, i trasporti, la ristorazione, il mondo della cultura, dell’edilizia, il Terzo settore e la filiera agricola, ittica e zootecnica.
Avendo ben presente i diversi rischi per i lavoratori e le lavoratrici, la Diocesi e l’Ufficio per la Pastorale Sociale e il Lavoro, invitano alla preghiera perché possa diffondersi un modello sociale ed economico dove la salvaguardia della salute delle persone sia al centro e il lavoro più degno. Inoltre rinnovano l’iniziativa del Fondo Lavoro finalizzato alla possibilità, per i disoccupati, di usufruire di borse lavoro e per le imprese di poter accedere a prestiti senza interessi o ad aiuti economici. Le richieste saranno valutate da una Commissione che deciderà la possibilità di offrire risposte concrete. Istituito nel 2018, il Fondo, nel primo anno di vita, ha sostenuto la situazione di due piccole aziende artigiane e promosso cinque borse lavoro per alcuni giovani e persone disoccupate. Per ulteriori info visita la pagina Fondo diocesano per il Lavoro.

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COMUNICATO STAMPA
24 aprile 2020

Il 26 aprile S. Messa dell'Arcivescovo da Jolanda di Savoia per ricordare don Pietro Rizzo


La S. Messa di domenica 26 aprile, III di Pasqua, celebrata a Jolanda di Savoia, sarà l’occasione per S.E. Mons. Gian Carlo Perego di ricordare - a 75 anni dalla Liberazione dell’Italia - un uomo di speranza e un parroco di campagna che ha dato la sua vita per la verità e la libertà: don Pietro Rizzo (parroco a Jolanda da 1933 al 1944). La celebrazione potrà essere seguita il 26 aprile sul Sito Diocesano (www.arcidiocesiferraracomacchio.org) a partire dalle ore 9; e alle ore 18 su Telestense.

Chi era don Pietro Rizzo
Giunto come parroco nel 1933 a Jolanda di Savoia, trovò una comunità di braccianti agricoli poco istruiti e mal pagati nonostante il duro lavoro. Fu vicino alla gente con coraggio e coerenza, curando l’educazione dei giovani e, per questo, guardato con sospetto dai fascisti. Prelevato dalla canonica il 28 marzo 1944 dalla Guardia repubblicana fascista, perché considerato un oppositore al regime e alla guerra, fu fucilato insieme ad altre quattro persone nella Golena del Po e sepolto nel cimitero di Goro come ‘sconosciuto’.
Parrocchia di Jolanda di Savoia
Prima del 1910 il borgo rurale era denominato «Le Venezie». Il 18 aprile del 1900 il Card. Giulio Boschi eresse la parrocchia, con la denominazione di San Giuseppe delle Venezie, attualmente S. Giuseppe Sposo della Beata Vergine. La costruzione della chiesa, al centro del piccolo aggomerato urbano, iniziò nel 1904 e fu completata nel 1914. Sempre nel 1904 le Suore di S. Vincenzo, provenienti da Comacchio, aprirono l'asilo e un doposcuola. Nel 1908 venne istituito il Comune autonomo di «Le Venezie», distaccando il territorio dall’Amministrazione di Copparo. Nel maggio 1910 Vittorio Emanuele III re d'Italia, inaugurando il nuovo edificio municipale, ha imposto al Comune il nome di «Jolanda di Savoia». Recentemente la chiesa, per volontà di don Giancarlo Montoncello, parroco dal 1977 al 2018, è stata dipinta e decorata con scene tratte dai Vangeli, sia nell’abside che nelle navate. Tra i ritratti anche figure di santità della chiesa ferrarese, e il ritratto di Don Pietro Rizzo. Attualmente Iolanda conta circa 2300 abitanti, 930 famiglie. La parrocchia è affidata alla guida del Rev.do Don Mauro Benazzi, che, con l’aiuto degli Accoliti Riccardo Rizzioli e Eolo Giorgio Folla, cura anche la parrocchia de Le Contane.

con preghiera di cortese diffusione

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COMUNICATO STAMPA
23 aprile 2020

Ramadan 2020: con uno scambio epistolare gli auguri di Mons. Perego e il ringraziamento del dott. Hassan Samid, Presidente del Centro di Cultura Islamica di Ferrara e Provincia


Anche quest’anno, con una lettera del 21 aprile al dott. Hassan Samid - Presidente del Centro di Cultura Islamica di Ferrara e Provincia -, l’Arcivescovo S.E. Mons. Gian Carlo Perego ha assicurato la preghiera e la vicinanza alla comunità islamica ferrarese per l’inizio del mese di Ramadan (23 aprile-23 maggio).
Mons. Perego ha sottolineato che il digiuno, previsto in questo mese, si inserisce in un digiuno ben più ampio: quello degli «affetti, perché siamo lontani dai nostri cari e familiari, che non vivono con noi»; quello che ci vede impossibilitati a riunirci per pregare e lodare Dio, ma che accettiamo «non solo per senso civico, ma soprattutto per amore degli altri e anche di noi stessi»; e quello «della vita di tutti i giorni, perché non possiamo recarci nei nostri posti di lavoro, a scuola, a far giocare i nostri bambini e i nostri ragazzi all’aperto, in mezzo alla natura».
L’Arcivescovo ha però ricordato che in questo periodo siamo tutti uniti «nella continua preghiera a Dio Misericordioso per chi è malato, per le loro famiglie, per gli operatori sanitari, per chi continua a garantire tutti quei servizi, che passano spesso inosservati, ma sono indispensabili», nella certezza che «Dio, Colui che risuscita, è sempre dalla nostra parte ed è più forte di qualsiasi male».
Mons. Perego ha assicurato la sua preghiera personale e della Chiesa Diocesana, affinché il tempo di Ramadan, che quest’anno avrà solo un carattere personale e familiare, possa sostenere i fratelli e sorelle mussulmani, «con l’aiuto di Dio, sulla via della pace e della bontà».
Il dott. Samid ha risposto, il 22 aprile, ringraziando l’Arcivescovo, anche a nome della comunità islamica, e ha ricordato - facendo proprie le riflessioni di Mons. Perego - le difficoltà di culto nella vicinanza di due appuntamenti importantissimi come la Pasqua e il Ramadan. Ha poi sottolineato come in questo mese sacro i mussulmani siano chiamati ad una ricarica spirituale attraverso digiuno, preghiera, elemosina e pentimento; e invitato a riflettere sull’espressione coranica «“in sha a Allah” (se Dio vuole), pronunciata troppo spesso con un certo automatismo e spogliata della sua pienezza». Si augura che tutti insieme riscopriamo «il valore dell’umiltà, intesa come consapevolezza dei nostri infiniti limiti».
L’auspicio conclusivo è di poter presto riprendere gli incontri di dialogo fraterno con le comunità parrocchiali della Diocesi.

A cura dell’Ufficio Diocesano per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso

con preghiera di cortese diffusione

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COMUNICATO STAMPA
17 aprile 2020

La S.Messa dell'Arcivescovo celebrata a porte chiuse in diverse chiese dell'Arcidiocesi,
sarà visibile ogni domenica sul sito diocesano e su Telestense


Nelle prossime domeniche di aprile e maggio, finché continuerà a perdurare l’emergenza sanitaria, l’Arcivescovo S.E. Mons. Gian Carlo Perego celebrerà la S.Messa, a porte chiuse, in una chiesa della Diocesi che verrà comunicata ogni fine settimana. Sarà possibile assistere alla S. Messa ogni domenica sul Sito diocesano (www.arcidiocesiferraracomacchio.org) a partire dalle ore 9, e su TELESTENSE alle ore 18. Domenica 19 aprile Mons. Perego presiederà l’Eucarestia nella chiesa parrocchiale della Sacra Famiglia (Ferrara, via Bologna 148). Si ringrazia il Parroco Mons. Marco Bezzi.

Alcune informazioni sulla Parrocchia della S. Famiglia
Eretta come parrocchia nel 1923 dall’Arcivescovo Mons. Francesco Rossi, vide la distruzione della prima chiesa (costruita nel 1907), durante il secondo conflitto mondiale. L’attuale Tempio risale ai primi anni ’50 e venne consacrato nel 1952 dall’Arcivescovo Mons. Ruggero Bovelli. Il progetto iniziale contemplava di renderlo Santuario dedicato al Cuore Immacolato di Maria. A fianco della chiesa si può notare la cappella ottocentesca dell’Oratorio Revedin detto “Belvedere”. Attualmente la parrocchia conta circa 12.000 abitanti, 4850 famiglie. Dal 2019 il parroco è il Rev.do Mons. Marco Bezzi, coadiuvato da don German Diaz Guerra e dal Diacono Roberto Alberti. Presso la parrocchia opera anche la comunità religiosa di Suore Domenicane, Figlie di Maria Immacolata (Filippine).


Con preghiera di darne cortese diffusione.
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COMUNICATO STAMPA
13 aprile 2020

All’Ospedale di Cona, S. Messa “a porte chiuse” dell’Arcivescovo con il cappellano. Donazione di 10.000 euro attraverso l’autotassazione dei sacerdoti e dell’Arcivescovo.
Anche in questi giorni di festa per la Santa Pasqua, la nostra Arcidiocesi continua, in forme diverse, a essere al fianco dei malati, dei loro famigliari e degli operatori sanitari del nostro territorio.

Nell’Arcispedale di Sant’Anna di Cona continua con lo stesso spirito di servizio - pur con alcune limitazioni - il ministero del cappellano don Giovanni Pertile.
“Con la Direzione Medica ho concordato la mia attività per questa nuova fase emergenziale", sono sue parole. “In un primo momento mi era stato chiesto di muovermi solo su chiamata, poi, quando le cose si sono un po’ assestate e il quadro della riorganizzazione dei reparti è stato stabilito, ho ricominciato il servizio pastorale presso quei reparti potenzialmente accessibili. Sono stato anche chiamato in rianimazione Covid, potendo stare però nella zona di sicurezza, per impartire ai malati, su richiesta dei parenti, benedizioni e fare per loro particolari preghiere. Si è ovviamente intensificata anche l’attività presso la camera mortuaria, per la benedizione delle salme dei defunti che non possono più ricevere le esequie come in tempo normale.
Personalmente - prosegue don Pertile - ricevo chiamate di persone che mi chiedono di fare una visita ai loro familiari, in quanto non riescono a raggiungerli e, come si può ben immaginare, i più fragili e sconsolati sono gli anziani.
Posso dire di aver 'intensificato’ la preghiera per tutti e alcuni, tra medici e infermieri, mi chiedono loro stessi preghiera o anche assistenza spirituale. Li vedo frequentare di più la cappella per la loro personale devozione. E’ innegabile che la nostra vita si senta particolarmente toccata e molte domande crescano in noi per ciò che sta accadendo".

Il nostro Arcivescovo Mons. Gian Carlo Perego ha scelto di manifestare la propria vicinanza alle persone ricoverate, ai loro cari e al personale anche presiedendo a porte chiuse, stamattina, 13 aprile, Lunedì dell’Angelo, la S. Messa nella cappella dell'Ospedale di Cona insieme allo stesso don Pertile (nella foto, i due insieme stamattina).
Nell'omelia Mons. Perego ha riflettuto su come "l'angelo, che annuncia la risurrezione alle donne, oggi ci ricorda che il Signore è vivo, è tra noi. L’angelo ci ricorda questa presenza del Signore, che passa anche attraverso la vicinanza e la presenza e la prossimità di operatori sanitari, medici e infermieri". "Ci sono momenti di paura, di sofferenza, di dolore - come quelli che ancora stiamo vivendo - che sembrano farci guardare soprattutto al Crocifisso, soprattutto in un luogo come l’Ospedale, questo ospedale. L’angelo del Signore, invece - sono ancora le sue parole -, oggi ci aiuta a guardare alla risurrezione, alla vita, alla salute, alla rinascita. E’ la speranza cristiana: non un semplice sentimento, ma una virtù, una virtù teologale, che aiuta ad attendere, a vigilare, a cercare, a incontrare il Signore per leggere ogni vicenda umana con gli occhi della fede".
"L’Ospedale è il luogo dove si sperimenta la grande speranza, che passa attraverso la prossimità e la cura, ma anche il dolore delle persone“, ha proseguito. “L’Ospedale è la casa della speranza, è la nostra casa (…). La risurrezione crea fraternità, condivisione, è fonte e forma della speranza“: “questo tempo che stiamo vivendo chiede a ciascuno di noi di vincere la paura per annunciare la risurrezione. Cristo risorto è la nostra speranza. Auguro ai medici, infermieri, a tutto il personale, ai malati di questo Ospedale, delle case della salute e agli anziani delle case di riposo e delle case famiglia di non avere paura a sentire e vivere la speranza che la Pasqua ogni anno, anche quest’anno in maniera particolare, ci regala“.

La vicinanza della nostra Chiesa locale si è concretizzata in questi giorni anche attraverso la donazione da parte del Vescovo e dai sacerdoti, della somma di 10mila euro, grazie ad una autotassazione del proprio stipendio.

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COMUNICATO STAMPA
24 marzo 2020
La verità di un’assenza

In relazione alle affermazioni del consigliere leghista Alcide Mosso - e ai relativi commenti sui social, evidentemente privi di una minima di conoscenza dei fatti e, come spesso accade, conditi da una buona dose di pregiudizio ideologico - circa l’assenza di un sacerdote al Cimitero della Certosa di Ferrara all’arrivo dei camion militari che trasportavano le bare di vittime bergamasche del Covid 19; per salvaguardare il buon nome e il ministero appassionato dei nostri sacerdoti ferraresi, che vivono con coscienza e responsabilità con e tra la gente anche questa difficile e dolorosa situazione, oltre che per amore della verità, l’Arcidiocesi è costretta a precisare - pur ribadendo la priorità della collaborazione tra tutte le istituzioni per la salute delle persone - che non è pervenuta alcuna richiesta, ufficiosa o istituzionale, per una presenza sacerdotale al triste evento, che tra l’altro avrebbe dovuto essere concordata nei modi e nei tempi, in un luogo come la Certosa, oggi chiuso e di proprietà del Comune di Ferrara. Per questa mancata collaborazione istituzionale, la mattina di domenica 22 marzo, il Vicario Generale, avendo preso atto di quanto accaduto il giorno precedente, ha scritto al Sindaco Fabbri il seguente messaggio: “Carissimo, purtroppo questo momento ci stringe il cuore e crea in tutti timore e tristezza. Per questo ogni gesto di pietà è importante per creare sempre più vicinanza e partecipazione, che sono espressione della nostra speranza nel Signore e nell’azione di coloro che sono in prima linea contro il virus, e sono tanti. Dobbiamo ringraziarli per quello che fanno e anche per il tuo operato. Volevo chiederti una cortesia. Se dovessero giungere altre salme dalle città colpite, mi potresti avvisare? Così potremo impartire loro anche una benedizione. Grato, saluto e auguro buona domenica e buon lavoro”. Il Sindaco ha gentilmente risposto che in futuro avrebbe avvisato e che credeva che la Diocesi sapesse dell'accoglienza delle bare sabato scorso.
Per quanto certi della sua buona fede, si è dovuto tuttavia constatare che nei confronti delle parole di Alcide Mosso e dei relativi commenti sui social, sgradevoli e ingiuriosi, non vi sia stata alcuna preoccupazione di ristabilire la verità dei fatti, anzi. A questo proposito si ricorda al signor Mosso, in quanto consigliere comunale, che non è affatto corretto organizzare un evento a porte chiuse, senza avvisare, per poi prendersela con chi non è stato invitato. Non lo è affatto. Si fa inoltre notare, al consigliere Mosso, che esiste un cappellano messo a disposizione per la Certosa, con una convenzione tra Comune e Arcidiocesi. Abita a 50 metri dal luogo in cui sono arrivati i camion; se informato, avrebbe con grande piacere impartito una benedizione alle salme giunte da Bergamo. Forse, in quanto consigliere comunale, Mosso avrebbe dovuto chiedere spiegazioni o una ‘nota’ al Sindaco del suo partito e all’Assessore con delega ai servizi cimiteriali, più che all’Arcivescovo, che comunque ha pregato il giorno successivo per i defunti di Bergamo, unitamente alle monache d

CS_Scuola_Teologia_per_Laici.pdf
Comunicato_per_Corte_Costituzionale.pdf
Comunicato_Diocesi_per_Albania.pdf
 

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