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Chiesa di Sant'Agostino 14/02/2025 

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Alle porte di Ferrara sorge la parrocchia di Sant’Agostino, un luogo di incontro per l’intera comunità. Al centro della chiesa, perfettamente allineata con l'altare e la croce lungo l'asse nord-sud, si trova una meridiana sul pavimento, composta da una linea di piastrelle, che viene attraversata dal raggio di sole a mezzogiorno. La luce solare entra attraverso uno gnomone, un piccolo foro posizionato esattamente sopra l'altare.
“Abbiamo voluto questa meridiana – spiega il parroco don Michele Zecchin a Giovanni Panozzo nel filmato “La nostra parrocchia è un abbraccio” – per ricordare che la bellezza del volto di Dio entra nella nostra storia. In questo quartiere ci sono 7000 residenti e, tra loro, più di 1100 persone vivono da sole: per lo più anziani, vedovi e vedove che aspettano qualcuno che porti loro la luce di una presenza semplice, di umanità.”


Cinquantotto anni, quasi trenta vissuti da prete, don Michele Zecchin, Vicario Episcopale per la carità pastorale della diocesi, è stato scelto come presidente della nuova unità pastorale del Corpus Domini e di S. Agostino, eretta un anno fa dall’Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Perego, per dare nuovo impulso alle parrocchie situate nella prima periferia a sud-ovest di Ferrara e perseguire in modo sinodale una nuova evangelizzazione. “Credo che la cosa più importante – aggiunge don Michele – sia l’onore di comunicare Gesù Cristo, essere un aiuto per le persone a cogliere la luce che è Gesù per la loro maturità umana. Io ho scoperto nella mia vita che il messaggio del Vangelo era l’annuncio della possibilità di una umanità bella, matura, equilibrata: quella che ha vissuto Lui”.


La parrocchia del Corpus Domini è un luogo in cui persone di tutte le età trovano spazio per esprimere sé stesse e contribuire alla crescita della comunità. Ne è un esempio Chiara, sedicenne e membro più giovane del consiglio pastorale. “Collaboriamo con il parroco per prendere decisioni che influenzano l'intera comunità, - spiega - Per me, la parrocchia è un rifugio nella mia formazione. Don Michele ha segnato molto la mia crescita, trasmettendomi valori e idee che non avrei potuto ricevere da nessun altro. Accanto a lei, anche Arianna, 19 anni, ha scelto di impegnarsi nella Caritas parrocchiale: “Quando io e un mio amico ci siamo uniti al gruppo, i volontari ci hanno accolto con grande entusiasmo. Eravamo i primi under 50! Qui non conta l’età, ma la voglia di fare del bene.”
A sottolineare l’importanza della testimonianza cristiana è Nicola, responsabile dell’Azione Cattolica: “La parrocchia è stata la mia ancora di salvezza. Qui ho scoperto e valorizzato i miei talenti. I pastori che si sono succeduti ci hanno insegnato l’importanza dell’apertura e dell’accoglienza, e noi continuiamo a portare avanti questo spirito.”
Ma la vera sorpresa è Ada, una novantenne con l’entusiasmo e la passione di una persona con vent’anni di meno. Con un sorriso contagioso racconta: “La parrocchia è una seconda casa per me, sono felice di aiutare la comunità e i sacerdoti perché c’è sempre bisogno del nostro aiuto: nella preghiera, nel lavoro della pulizia della chiesa, tantissime cose… Anche fisicamente questa esperienza mi ha fatto bene: sono trent’anni che sono in pensione e ancora sono qui che aiuto. Per me è proprio un dono del Signore”.
Le fa eco Alberto, educatore dell’Associazione Arcobaleno ma anche presidente diocesano dell’Azione Cattolica: “Viviamo in una zona molto dinamica, con una forte immigrazione. La parrocchia non è solo un edificio, è un punto di riferimento per tutti. Molte famiglie straniere si rivolgono a noi per un aiuto concreto, come pagare una bolletta o comprendere pratiche burocratiche. Spesso siamo l’unico centro di ascolto disponibile.”
Una testimonianza forte arriva anche da Hassan, un volontario musulmano di origine libanese: “Vengo dal Libano – racconta – un paese in cui religioni diverse convivono, e il parroco mi ha invitato a portare questa testimonianza. Trovare le persone con il dialogo, parlare di religione, cultura, di un modello sociale, ci ha permesso di avvicinare le famiglie del quartiere. La violenza non ha nulla a che fare con la religione: né quella musulmana, né quella ebraica, né quella cristiana. Sono tre religioni di pace e questo mi ha unito immediatamente con don Michele. Con lui è possibile parlare di tutto, di qualsiasi problema, sapendo che è una persona che ti ascolta a braccia aperte: è una persona di riferimento per tutto il quartiere e anche per le altre religioni, famiglie cristiane o musulmane.”
Questa è solo una delle tantissime storie di salvezza e aiuto portate avanti sul territorio da sacerdoti, impegnati in prima linea, e dalle loro comunità. Una presenza fatta di piccoli gesti, di mani tese, di momenti di conforto che trasformano le difficoltà in speranza. Come una casa accogliente, una famiglia che unisce, una collettività che ascolta, la Chiesa risponde alle domande di chi ha bisogno di sostegno e di un punto di riferimento. Lo spiega chiaramente la nuova campagna istituzionale della Conferenza Episcopale Italiana dal claim incisivo "Chiesa cattolica italiana. Nelle nostre vite, ogni giorno", che si articola attorno ad alcune domande - quanto è importante per te chi ti sostiene nella fede? Che valore dai a chi aiuta ad imparare un mestiere o porta speranza ai dimenticati? – e ricorda l’impegno quotidiano dei sacerdoti e delle comunità loro affidate, attraverso immagini vive e autentiche di bambini, giovani, famiglie e anziani. L’azione visibile della Chiesa cattolica è un’opera corale per accompagnare la crescita umana e spirituale di ogni persona, senza smettere di offrire sostegno ai più vulnerabili.“Nell’Italia di oggi, se non ci fosse la Chiesa con la sua rete solidale e il lavoro straordinario svolto da migliaia di volontari, ci sarebbe un vuoto enorme. Con la campagna – spiega il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni - vogliamo raccontare il valore tangibile di questa presenza nella vita di tante persone, cattoliche e non”.
Ideata e prodotta da Casta Diva Group la campagna della Conferenza episcopale italiana, on air fino a fine gennaio 2025, si snoda tra tv, radio, web, social e stampa. Gli spot, da 15” e da 30”, raccontano una Chiesa vicina ogni giorno attraverso cinque esempi concreti: ascolto, che si traduce nella capacità di accogliere ogni voce, soprattutto quelle inascoltate; fede, che illumina il cammino di chi è alla ricerca di Dio e di significato; lavoro, che diventa impegno per offrire strumenti e opportunità a chi è in cerca di un futuro migliore; speranza ai dimenticati, che si concretizza in una mano tesa a chi si sente escluso o emarginato; ponte tra le generazioni, che valorizza il dialogo tra giovani e anziani come ricchezza e crescita per tutta la comunità.
Non solo tv, ma anche radio, digital e carta stampata, con uscite pianificate su testate cattoliche e generaliste, pensate per stimolare una riflessione profonda sui valori dell’ascolto e della condivisione. Perché “la Chiesa cattolica è casa, è famiglia, è comunità di fede. Per te, con te”.



Per maggiori informazioni guarda il video


Conferenza Episcopale Italiana
SERVIZIO PER LA PROMOZIONE
DEL SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA CATTOLICA


Comunicato stampa


 


 


 


 


 


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