Tema dell’anno: ‘Cercate le cose di lassù’ (Col 3,1)
Uno sguardo cristiano alle sfide del nostro tempo.
La proposta di quest’anno della Scuola di teologia per laici si ispira al tema della Speranza. Siamo chiamati a guardare le sfide del nostro tempo in modo nuovo e questo può avvenire solo in forza della Grazia che ci è data. La Speranza è radice della vera creatività pastorale, che nasce, non evitando i nodi problematici della realtà, o assumendo acriticamente le mode, ma attraversando i contesti interamente, fino in fondo, con coraggio, con competenza. Nuovi territori attendono la Speranza, territori di missione, anche se parte del nostro quotidiano. Ma la Speranza diventa generativa dell’esperienza cristiana nella compagnia, nel cammino comune. Nella Bolla di indizione del Giubileo, che va letta e meditata con grande attenzione, il Papa chiude ricordandoci che Maria è madre della Speranza (Stella Maris). Non ci dice in questo modo che dobbiamo assumere il coraggio di vincere le paure e le resistenze inutili, che ancora molti, forse troppi, invocano a tutela della tradizione? La navigazione che siamo chiamati a intraprendere esige cuori coraggiosi. Ma simultaneamente la pazienza del consentire al tempo e alle relazioni di indicare vie possibili del dialogo. Bisogna offrire Speranza, soprattutto dove non sembra esserci via d’uscita. E quando ci si trova su percorsi a fondo chiuso è forse bene riprendere in considerazione anche i nostri stili missionari. Dio non ama i vicoli ciechi. La stessa esperienza pastorale vive il bisogno di lasciare definitivamente ogni forma di consociativismo denso di fervore moralistico, per costruire, sarebbe meglio dire tessere, processi di autentica sororità e fraternità.
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