Perché una scuola di politica?
L’identità comune di un popolo non è una cosa automatica, anzi: è un processo lento, difficile, verso un progetto comune (cfr. Francesco, Fratelli Tutti). La lezione dell’isola di Pasqua (cfr. G. Zagrebelsky, Senza Adulti, 2016) ci fa capire che è utile comprendere consapevolmente quale futuro stiamo costruendo insieme. Si può infatti pregiudicare una vita felice per allestire giganteschi Megaliti, simboli del potere di gruppo sugli altri. Alla vita politica delle persone, oggi come allora, può servire lo ‘sguardo lungo’, donato dalla traiettoria partecipativa (come e in che misura, con quale stilistica e attraverso quali strumenti, possiamo portare il nostro contributo al livello delle istituzioni locali e nazionali?) e da quella interpretativa (come sono costruite oggi le notizie e le narrazioni politiche?). Risulta poi oltremodo necessario interrogarsi sul legame tra fede e cittadinanza, così ben delineato da Benedetto XVI, dopo il convegno di Verona. Si tratta di un primo passo in una dimensione complessa che richiede umiltà, impegno, allargamento della platea organizzativa, attraverso idee, suggestioni, correzioni di rotta… abitando nella possibilità.
I corsi si terranno in presenza oppure a distanza.
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